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Paolo Ballarin

Nato a Milano nel 1969, mi sono laureato in psicologia clinica e di comunità a Padova nel 1993.

Dopo un primo periodo di interesse per gli aspetti filosofici e antropologici della psicologia, durante gli anni di università mi sono trovato coinvolto nella dimensione della cura e delle relazioni di aiuto.

Sono molte le persone incontrate in quegli anni che dovrei ringraziare per il contributo cha hanno dato nella definizione del mio percorso, ma ne voglio qui ricordare in particolare due: Wilhelm Reich, che ha dato per la prima volta forma ad una tensione pulsante dentro di me verso il valore sociale e “politico” delle relazioni di cura e che mi ha aperto il mondo della psicoterapia corporea, e Franco, un bambino di 10 anni con importanti disabilità che mi era stato affidato come educatore in un soggiorno estivo e che per la prima volta mi ha costretto a confrontarmi con i miei limiti, le mie piccolezze, le mie fragilità di essere umano.

In quegli anni ho iniziato a frequentare corsi e seminari di bioenergetica e altre pratiche psico-corporee, ad esempio con A.LowenJ.LissG.Downing, R.HoffmanM.Stupiggia, oltre a formarmi in psicodramma moreniano con G. Boria.

L’attività fisica era sempre stata presente nella mia vita: da bambino correndo, saltando e arrampicandomi ovunque e da ragazzo e giovane adulto facendo i più diversi sport, ma il corpo era sempre stato qualcosa “da usare”. Queste pratiche ed esperienze hanno invece attivato in me la consapevolezza di poter abitare il mio corpo e poter essere il mio corpo, ascoltandolo e prendendomene cura con un livello di profondità e complessità nuovi.

Negli anni seguenti ho poi coltivato una dimensione di creatività espressiva partecipando a diverse esperienze nelle arti espressive con maestri e artisti di diverse discipline, tra questi Milon Mela, Masaki Iwana, Ewa Benesz, Piero Coppo (respirazione olotropica),  Rritu Chauhaan

Un incontro di fondamentale importanza è stato durante gli anni padovani con l’aikido e l’aikishintaiso, che tuttora pratico. Arte marziale tradizionale giapponese, l’aikido della scuola Kobayashi ryu si caratterizza per una ricerca del superamento del conflitto potenzialmente presente in ogni relazione umana attraverso una gestualità che rispetti l’altra persona nella sua integrità psico-fisica. “Né dominazione, né sottomissione, né compromesso” è uno dei suoi motti fondativi.
L’aikishintaiso a propria volta è una pratica individuale finalizzata alla ricerca di un maggior equilibrio posturale ed energetico del corpo e attraverso questo delle emozioni e del pensiero.
Trasferitomi a Bologna nel 1993 ho poi fondato l’Accademia di Aikido di Bologna e diretto per diversi anni corsi per adulti e ragazzi.

Nel 1995 ho completato all’università di Bologna il corso di perfezionamento in Teorie e tecniche di gruppo con il prof. E. Spaltro.

Accanto alle esperienze e alle formazioni in ambito psico-corporeo (e per un certo tempo in parallelo, prima di iniziare a integrare i due approcci), ho deciso di approfondire la visione fenomenologica della psicologia umanistica, a cui mi ero avvicinato scrivendo la tesi di laurea.
La scuola di specializzazione in Psicoterapia individuale e di gruppo Centrata sulla persona dello IACP è stato il contenitore in cui ho trovato una visione della natura umana, della salute e malattia, del cambiamento e del ruolo del professionista e un modo di essere nelle relazioni di aiuto in cui mi sono subito e profondamente riconosciuto.
Carl Rogers, geniale e rivoluzionario fondatore dell’Approccio Centrato sulla Persona, considera ogni essere umano portatore di una innata e intrinseca tendenza all’autorealizzazione come essere globale positivamente connesso con gli altri e con l’ambiente. Ritiene inoltre che perché questa spinta possa pienamente realizzarsi sia necessaria (e sufficiente) la presenza di alcune specifiche qualità nelle relazioni di cura: l’accettazione positiva incondizionata, la comprensione empatica e la congruenza (o autenticità).

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La Psicologia Umanistica, Carl Rogers
e l’Approccio Centrato sulla Persona: un’introduzione

Oltre alle formazioni ed esperienze già citate (e a personali percorsi terapeutici), ho trovato nella psicoterapia biosistemica prima e nella psicoterapia sensomotoria poi i riferimenti per me più convincenti nell’ambito psico-corporeo e ho completato percorsi formativi in entrambi gli approcci, rispettivamente con Maurizio Stupiggia e con Kekuni Minton e Ame Cutler.
Durante gli anni dell’università ho coltivato diverse passioni, tra cui certamente un posto speciale ha avuto (ed ha tuttora) viaggiare. Uno dei miei viaggi mi ha portato negli Stati Uniti per conoscere più da vicino il lavoro di Gloria Simoneaux e di Draw Bridge da lei fondato e i suoi progetti di art therapy con bambini affidati ai servizi sociali.

Un’altra pratica a cui mi dedico, seppure in modo discontinuo, da molti anni è lo yoga e la meditazione, seguendo vari insegnamenti in diverse parti del mondo.

La curiosità, il desiderio di esplorare e il bisogno di identificare con maggior chiarezza a cosa volessi dedicarmi professionalmente mi hanno portato negli anni a fare esperienze in diversi campi: nell’educazione (ad esempio con il progetto di educazione alla identità e differenza di genere “Alla scoperta della differenza”), nella consulenza e formazione aziendale (conducendo seminari di intelligenza emotiva, team building, comunicazione e relazioni interpersonali), alla psicologia interculturale (occupandomi per più di 20 anni di formazione e supervisione di operatori attivi con persone migranti, e offrendo percorsi psicoterapeutici a persone rifugiati e richiedenti asilo).

Dal 200 ho iniziato la mia attività come psicoterapeuta individuale e di gruppo, focalizzandomi sul lavoro con persone adulte.
Gli uomini e le donne che incontro da allora mi stanno mostrando quanto corrette siano le intuizioni di Carl Rogers, quanto davvero rafforzare la fiducia nella personale esperienza e nella propria autoregolazione siano la strada maestra per affrontare i momenti di sofferenza emotiva e di perdita di senso e di direzione della propria vita. Mi stanno anche mostrando quanto davvero noi esseri umani siamo costantemente in bilico tra la meraviglia e la bellezza, nel senso più pieno della parola, e la miseria e l’abisso, tra la gioia e la pienezza e il dolore e la caduta.
Quello che mi sembra di stare imparando è quanto sia difficile e al tempo stesso necessario per ognuno di noi imparare sempre di più a dirci la verità, a dirla prima di tutto a noi stessi, per poterla poi dire agli altri. Intendo non ingannarci, non nasconderci, non giocare a nascondino con i nostri sentimenti e bisogni. Per quanto questo nascondimento possa sembrarci una buona strategia per sfuggire a paure e dolori, il prezzo che paghiamo sarà in ogni caso molto alto, sarà il prezzo della nostra integrità, della nostra interezza, della possibilità di esserci, esserci davvero e interamente. Cerco allora di stare in ogni seduta con ogni persona prima di tutto nella mia autenticità di essere umano, aperto all’ascolto e alla comprensione, cerco di non giudicare in nessun modo, di non etichettare, di non farmi un’idea preconcetta di cosa sarebbe giusto o migliore per quella persona, cerco anche di non avere bisogno che quella persona cambi, in modo che i tempi e modi del cambiamento siano davvero per lei liberi ed espressione della parte più autentica di sé.

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Luciano Marchino

Il desiderio di condividere la mia esperienza e di promuovere apprendimento in altri professionisti mi ha portato ad accettare l’invito ad assumere un ruolo di docenza presso IACP, occupandomi dal 2003 al 2017 di psicoterapia di gruppo, e presso IPSO, Istituto di Psicologia Somatorelazionale fondato e diretto da Luciano Marchino, dove tuttora tengo lezioni sui temi della psicologia umanistica e dell’Approccio centrato sulla persona di Carl Rogers.

Da diversi anni integro in psicoterapia il lavoro tradizionale attraverso la parola con una metodologia che coinvolge attivamente anche il corpo.
In particolare con alcune persone e in particolare per alcune problematiche, come ad esempio le esperienze traumatiche, una specifica e mirata attenzione al corpo si rivela di grande utilità per favorire processi di cambiamento significativi e profondi.
E in ogni caso l’esperienza mi mostra che con chiunque essere presente come persona intera, con tutte le mie parti, corpo compreso, presenti a me stesso e nella relazione, sia un prerequisito di fondamentale importanza per poter promuovere analoga presenza nella persona che ho davanti a me.

Accanto al più tradizionale setting individuale, da molti anni facilito anche gruppi. La psicoterapia di gruppo può essere una esperienza trasformativa molto intensa e potente: i partecipanti hanno la possibilità di ricevere feedback alle proprie condivisioni e di offrirle a propria volta, di ascoltare i vissuti e le esperienze degli altri e di confrontarsi.
Spesso già il fatto di scoprire di “non essere solo” nella sofferenza, nel sentirsi inadeguato, incapace di affrontare e superare le proprie difficoltà, di appartenere cioè ad una umanità fragile e vulnerabile e al tempo stesso capace di attivare risorse e di autodeterminarsi, rappresenta uno straordinario fattore terapeutico. Così come lo sono il sostegno reciproco, le conferme e le confrontazioni, l’apprendimento attraverso l’osservazione degli altri, il senso di appartenenza, la possibilità di sfruttare la presenza di altri per giochi di ruolo e simulazioni.

Seminari-laboratori-paolo-ballarin-psicoterapeuta

C’è un aspetto particolarmente intimo nel mio percorso personale e professionale a cui desidero qui almeno accennare e che riguarda l’apertura ad una dimensione spirituale. Pur senza riconoscermi in nessuna specifica religione, da alcuni anni infatti ho trovato una strada per coltivare una tensione da sempre presente in me verso la trascendenza e il sacro. Questo ha di molto arricchito il mio modo di stare in relazione con me stesso e con gli altri, sia nella mia vita personale che in quella professionale.

Dal 2010 ho iniziato a condurre seminari intensivi esperienziali (molti dei quali con il supporto e la collaborazione di Chiara Torrini), anche in forma residenziale. Il lavoro di gruppo si è qui fortemente arricchito di una dimensione creativa ed espressiva, attraverso l’utilizzo di varie tecniche derivate dalle diverse pratiche ed esperienze vissute nel tempo.

L’ultima avventura professionale a cui mi sto dedicando è la creazione insieme a Gabriele Pinto e a Giuditta Creazzo nel 2013 della associazione di promozione sociale e poi nel 2017 del centro Senza Violenza.
Ci occupiamo di violenza maschile contro le donne e, oltre ad azioni di sensibilizzazione e di formazione, offriamo percorsi trattamentali a uomini che riconoscono di avere un problema con la violenza, in particolare nelle relazioni di intimità con partner.
La violenza maschile contro le donne è dal nostro punto di vista un problema che va molto al di là dei comportamenti compiuti dal singolo uomo, ma è un problema sociale, culturale, politico strutturale, fondato sulla cultura patriarcale e maschilista.
I trattamenti sono finalizzati alla cessazione di qualsiasi comportamento violento (fisico, sessuale, psicologico, materiale o economico), attraverso un percorso volto al riconoscimento stesso della violenza, alla assunzione di responsabilità, alla presa di consapevolezza della connessione tra la violenza agita e la propria storia personale e al riconoscimento delle conseguenze della violenza su chi l’ha subita.

Quello che è più importante per me oggi nel mio lavoro (e nella mia vita) è coltivare presenza e integrità. Esserci, davvero e come persone intere, non è scontato per noi esseri umani, è una possibilità che abbiamo bisogno di nutrire, che può paradossalmente fare molta paura e da cui possiamo essere tentati di ritrarci, ma che ci offre quanto più riusciamo a coglierla l’opportunità di esprimere e vivere al meglio la meraviglia di essere umani.

SITOGRAFIA

Alexander Lowen
Jerome Liss
George Downing
Richard Hoffman
Maurizio Stupiggia
Milon Mela
Ewa Benesz
Rritu Chauhaan
E. Spaltro
IACP
Psicoterapia sensomotoria
Scuola aikido Kobayashi ryu
Aikishintaiso
Respirazione olotropica
Biosistemica
Psicodramma
Kekuni Minton
Ame Cutler
Gloria Simoneaux
Draw Bridge
IPSO – Istituto di Psicologia Somatorelazionale
Chiara Torrini
Centro Senza Violenza